Sale ancora il titolo di STMicroelectronics in Borsa. Merito anche di un hacker americano?

Si susseguono le voci di una mega commessa di un milione di terminali che Starlink avrebbe ordinato a STMicroelectronics. Sta di fatto che il sofisticato terminale è pieno di processori prodotti da ST, come ci mostra il video di Ken Keiter, uno youtuber americano, che ha smontato uno di questi dispositivi.

Venerdì scorso, al Nasdaq di New York, le azioni di STMicroelectronics hanno chiuso a 39,55 dollari, con un incremento del 4,13%, ai massimi dal 2002. Sono da mesi che le quotazioni di ST sono in crescita (come del resto quelle di quasi tutti gli altri produttori di semiconduttori), ma questo incremento si è fatto più consistente negli ultimi giorni a seguito di alcuni rumors (riportati da Business Insider e da altre testate finanziarie) relativi ad un accordo tra Space X, la società aerospaziale di Elon Musk, e STMicroelectronics, alla quale sarebbero stati ordinati un milione di terminali terrestri per i clienti della rete Internet via satellite Starlink, uno dei tanti progetti del visionario imprenditore californiano. Una rete in grado di garantire una connessione Internet ad altissima velocità e bassissima latenza, anche nelle zone più sperdute del globo. Un progetto ambizioso, che prevede il dispiegamento di migliaia di satelliti in orbita bassa e che attualmente è in fase di test, grazie ai circa 900 satelliti già operativi. Giovedì  scorso c’è stato l’ennesimo lancio coronato da successo, con altri 60 satelliti messi in orbita; nel 2021 ne verranno lanciati 60 ogni settimana, secondo quanto ha dichiarato lo stesso Elon Musk.

Nessuno può dire con certezza se i rumors di Borsa sono veri. Sta di fatto che la commercializzazione dei servizi è già iniziata negli USA e in Canada, e Starlink sta richiedendo le necessarie autorizzazioni per operare in moltissimi altri paesi, dall’Europa all’Asia.

In casi come questo, le informazioni commerciali e tecniche sono coperte dal più assoluto riserbo, ma a confermare indirettamente le voci relative a questa fornitura è stato Ken Keiter, un giovane ingegnere americano che vive a Portland, una cittadina dello sperduto nord-ovest degli Stati Uniti, a cavallo tra gli stati di Washington e dell’Oregon. Ken Keiter è stato uno dei primi a sottoscrivere l’abbonamento con Starlink ed ha regolarmente ricevuto un terminale per la ricezione del segnale satellitare. Dopo averlo testato, da buon smanettone, ha pensato di smontare il pezzo più importante del sistema, l’antenna intelligente, e di pubblicare il video su YouTube, consapevole del fatto che, essendo l’antenna completamente sigillata, avrebbe perso i 499 dollari pagati per l’acquisto. Ecco, dunque, il video di Ken:

Come si vede, non abbiamo a che fare con una semplice parabola, bensì con un concentrato di sofisticate tecnologie, dal sistema motorizzato di inseguimento, alla sezione a radiofrequenza che impiega la tecnologia beamforming phased array a più elementi, con singoli array da 4×4. Una tecnologia avanzatissima che viene utilizzata nei moderni radar e in altre applicazioni militari e spaziali.

L’abbinamento di un sistema meccanico con una tecnologia digitale per il puntamento, consente di ottenere un allineamento precisissimo tra terminale e satellite in orbita (che si muove alla velocità di 17.500 miglia orarie), indispensabile per ridurre il rumore di fondo ed ottenere un’elevata larghezza di banda. A conferma di ciò, i primi test hanno evidenziato velocità di oltre 100 Mbps, garantite anche dalle frequenze utilizzate, 10,7-12,7 GHz in ricezione e 14,0-14,5 GHz in trasmissione.

Nella seguente immagine, tratta dal video, si vede uno degli array RF con al centro i due chip di controllo. Le sigle non sono riconducibili ad alcun prodotto commerciale ma è chiaramente visibile il logo di STMicroelectronics.

Anche altre sezioni della smart antenna utilizzano prodotti della multinazionale italo-francese. In particolare, il processore che gestisce l’intero sistema riporta, ben evidente, il logo di ST:

Ci sono chip di STMicroelectronics anche nella sezione di controllo dei motori, nel GPS interno, nel sistema di clock, nei circuiti di alimentazione e nelle interfacce dati.

Non sappiamo con certezza chi sia il produttore di questa antenna, sta di fatto che, grazie all’iniziativa di Ken, abbiamo scoperto che la maggior parte dei componenti utilizzati proviene da STMicroelectronics, e che molto probabilmente l’intero sistema è stato progettato nei laboratori di questa Casa, anche se sicuramente la produzione sarà stata affidata a qualche azienda asiatica.

Tutto ciò presenta un risvolto economico molto importante: attualmente i clienti contribuiscono con 499 dollari all’acquisto del terminale ma, come spesso avviene in questi casi, i provider forniscono ai clienti le apparecchiature sotto costo (in alcuni casi addirittura gratis), per poi rivalersi sul canone di abbonamento, che nel caso del servizio offerto da Starlink è di 99 dollari al mese.

Voci non confermate indicano in 2.000 o 2.400 dollari il costo dell’apparecchiatura (cifra molto plausibile alla luce di quanto mostrato dal video) a cui corrisponde un giro di affari di circa 2 miliardi solo per questa prima fornitura, con prospettive particolarmente promettenti per il futuro, specie se il progetto Starlink, ormai ben avviato, raggiungerà il successo, con decine di milioni di utenti sparsi in tutto il mondo.

Questa storia conferma anche la solida partnership tra le società di Elon Musk e l’azienda di Agrate Brianza che da tempo fornisce alla Tesla  i MOSFET di potenza in tecnologia SiC per il controllo dei motori elettrici delle vetture prodotte.

 

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