L’importanza della termografia nel fotovoltaico

A cura di Luca Airoldi

Il continuo e crescente impiego dei pannelli fotovoltaici ha anche portato ad incremento di test in campo per verificare il corretto funzionamento degli stessi. Anche un piccolo difetto tecnico o malfunzionamento di un singolo pannello può compromettere il rendimento di tutto l’impianto. L’utilizzo regolare di un’indagine termografica permette di identificare immediatamente malfunzionamenti di pannelli consentendo di intervenire tempestivamente in modo da riportare l’impianto alla massima resa. La termografia viene maggiormente utilizzata per l’individuazione di hotspot che, oltre a causare perdite di rendimento, possono essere zone ad alto rischio incendio.

I vantaggi della termografia possono essere riassunti:

– Prevenzione delle perdite di rendimento

– Prevenzione rischi incendio

– Identificazione hotspot, moduli a circuito aperto, cortocircuiti, de laminazione, celle rotte, contatti corrosi e allentati, prese di collegamento surriscaldate

 

L’analisi più comune è la ricerca degli hotspot che di norma portano a due conseguenze:

– Diminuzione della resa elettrica, questo perché la singola cella o l’intero modulo consumano elettricità invece di produrla.

– Il consumo indesiderato di elettricità riscalda le celle ed i moduli, questo oltre al danneggiamento delle stesse può portare ad un reale rischio di incendio.

Oltre ad un’analisi delle singole celle e dei moduli con la termografia possiamo effettuare un controllo dei vari componenti elettrici.

Fenomeni di corrosione sui conduttori e connettori elettrici, morsetti allentati possono causare un aumento della resistenza elettrica immediatamente resa visibile dalla termografia da un notevole aumento della temperatura.

Suggerimenti e trucchi per una corretta indagine termografica:

– Il test deve essere effettuato in giornate limpide ed asciutte con una radiazione solare intensa (almeno 600 W/mq)

– E’ bene eseguire il test quando la temperatura esterna è più bassa (es: mattino o sera)

– La termocamera deve essere allineata alla superficie del modulo di 60°-90°

– Impostare un’emissività di 0.85 se si analizza la superficie frontale (vetro) e di 0.95 per la parte posteriore se in metallo.

Attenzione: non è sempre detto che un hotspot necessariamente indichi una cella guasta, potrebbe essere, ad esempio, solo sporca e basterebbe una corretta pulizia per ripristinare il sistema.

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