NVIDIA annuncia l’acquisizione di Arm per 40 miliardi di dollari

NVIDIA ha messo fine ad una serie di fughe di notizie e di voci sempre più insistenti annunciando ufficialmente l’accordo (peraltro soggetto ad un una serie di approvazioni da parte di governi ed Enti regolatori)  per l’acquisizione di Arm Limited per un controvalore di 40 miliardi di dollari. L’accordo, che prevede pagamenti in contanti e in azioni, vedrà NVIDIA acquistare la società di progettazione di semiconduttori e IP da SoftBank e da SoftBank Vision Fund, con NVIDIA che punta all’espansione del business delle licenze IP di Arm da utilizzare per penetrare ulteriormente nel mercato dei data center.

SoftBank aveva acquisito l’allora indipendente Arm nel 2016 per 32 miliardi principalmente come veicolo di investimento, prevedendo una forte crescita di fatturato e utili, cosa che si è verificato solo in parte. SoftBank non ha rilasciato alcun commento ufficiale sulle ragioni della vendita.

La transazione da 40 miliardi di dollari porterà un leggero utile a  SoftBank, non paragonabile, però,  agli incrementi di borsa del settore tecnologico nello stesso periodo.

L’accordo prevede un pagamento di 12 miliardi di dollari in contanti e 21,5 in azioni NVIDIA. Questa transazione darà a SoftBank una quota di proprietà considerevole in NVIDIA, sebbene secondo le società, la partecipazione totale non sarà superiore al 10%. Infine, la restante valutazione di 6,5 miliardi dell’accordo proverrà da ulteriori 1,5 miliardi di capitale che NVIDIA pagherà ai dipendenti Arm, oltre a un pagamento “earn-out” di 5 miliardi se verranno raggiunti determinati obiettivi finanziari.

L’acquisizione di Arm è la più grande di NVIDIA fino ad oggi, di gran lunga superiore all’acquisizione di Mellanox che si è conclusa solo pochi mesi fa. Nell’ultimo mezzo decennio NVIDIA ha presentato una crescita significativa, sia in termini di ricavi che di capitalizzazione di mercato, grazie agli acceleratori per server e data center. Sebbene la società sia ben al di sotto della sua valutazione massima toccata all’inizio di questo mese (589 $), l’attuale capitalizzazione di mercato ($ 330 miliardi) è sufficiente a rendere possibile questo accordo.

Secondo molti, è l’interesse per il mercato dei server in continua espansione che ha portato NVIDIA ad acquisire Arm, specie dopo il recente successo di alcuni prodotti per data center della società britannica, ad iniziare da Neoverse.

 

Al momento NVIDIA non ha annunciato alcun piano hardware specifico, anche perché la chiusura dell’acquisizione richiederà più di un anno e mezzo, ma ha fatto sapere che Arm dispone di una serie di prodotti che rappresentano un complemento perfetto dell’attuale portafoglio NVIDIA. In ogni caso, per quanto riguarda il silicio, NVIDIA può offrire il supporto che attualmente Arm riceve da terze parti.

Naturalmente, Arm è più che un semplice progettista di CPU per server; i prodotti con licenza Arm sono presenti in una vasta gamma di dispositivi, dai tostapane ai supercomputer ed è questa, probabilmente, la vera forza di Arm. Il core business di Arm è sempre stato la concessione di licenze di proprietà intellettuale. Tutto ciò non dovrebbe cambiare, anche se potrebbe dare luogo a complicazioni di vario genere.

D’altro lato, NVIDIA potrebbe cercare di incrementere la quantità di IP offerte da Arm includendo molte IP attualmente detenuto da NVIDIA, tecnologie come GPU, acceleratori AI e processori di rete. È un’idea con cui NVIDIA ha giocato una volta in passato senza molto successo, ma Arm ha un modello di business migliore e molta più esperienza nelle licenze di quanto NVIIDA abbia mai avuto. Tra le licenze da prendere in considerazione c’è sicuramente la licenza dell’IP grafico GeForce per l’uso nei SoC (potenzialmente sostituendo le offerte di  Mali di Arm), così come parti delle tecnologie Tensor Core e InfiniBand.

NVIDIA dovrà affrontare una dura battaglia per convincere i clienti tradizionali di Arm che NVIDIA ha a cuore i loro interessi. Arm è sempre riuscita nell’intento poiché ha venduto solo IP e progetti di base correlati, rimanendo completamente fuori dalla mischia delle  vendite di chip su vasta scala. L’acquisizione di Arm da un produttore di chip getta più di un’ombra sull’attività futura di Arm e spetta a NVIDIA convincere i clienti che questa acquisizione  aiuterà l’ecosistema combinando le risorse ingegneristiche della due  società.

L’altra (e forse più immediata) sfida per NVIDIA è convincere le autorità di regolamentazione di tutto il mondo ad approvare l’accordo. NVIDIA sta proponendo l’accordo come complementare, combinando due società che altrimenti avrebbero una sovrapposizione minima. A parte la sovrapposizione evidente con le tecnologie GPU Mali e GeForce, i regolatori avranno senza dubbio un grande interesse per il futuro delle licenze IP. La rivoluzione degli smartphone degli ultimi dieci anni è stata costruita sulle architetture Arm – per non parlare dei miliardi di dispositivi con microcontrollori basati su Arm – stratus quo che in molti hanno interesse a mantenere.

Per cercare un migliore “clima” con le Autorities, NVIDIA ha già fatto una serie di concessioni e offerto garanzie al governo britannico; tra queste, l’impegno a mantenere la sede centrale di Arm a Cambridge e mantenere lì gran parte delle attività di R&D. NVIDIA ha inoltre annunciato che costruirà uno dei suoi “centri di eccellenza” AI a Cambridge. Oltre a fornire un ambiente per la ricerca e la formazione sull’IA all’avanguardia, NVIDIA costruirà anche un supercomputer basato sulle due tecnologie presso il sito britannico. Mentre i piani specifici per il supercomputer non sono stati annunciati, l’azienda ha recentemente finito di costruire il supercomputer Selene con infrastruttura DGX Pod, supercomputer che occupa la settima posizione al mondo in quanto a potenza, confermando le proprie capacità in questo settore.

Ma la stessa classifica TOP500 vede al primo posto il supercomputer Fugaku che utilizza un SoC A64FX a 48 core di Fujitsu: è la prima volta che il più potente computer al mondo utilizza la tecnologia ARM.

Se consideriamo poi che ben 135 supercomputer su 500 utilizzano acceleratori NVIDIA, possiamo immaginare dove possa portare l’acquisizione di Arm da parte di NVIDIA in questo campo.

Molti diversa, ed ancora più complicata, è la situazione relativa alle autorità di regolamentazione degli Stati Uniti e della Cina, specie dopo le restrizioni alle importazioni imposte dal governo Trump ed il fallimento, nonostante gli ingenti investimenti, della creazione di un’industria nazionale cinese dei semiconduttori in grado di competere con le aziende americane, coreane e giapponesi.

Infine, mentre questo accordo vedrà NVIDIA acquistare Arm nel suo complesso, le due società hanno confermato che gli sforzi in corso di Arm per vendere le attività IoT continueranno, dal momento che NVIDIA non ha alcun interesse in questo settore.

In definitiva, l’accordo con Arm rappresenterà un cambiamento significativo nel settore, molto più grande di quello indicato dal prezzo di 40 miliardi di dollari. In un modo o nell’altro,  Arm e le sue IP sono al centro di miliardi di chip venduti ogni anno, una portata che poche altre aziende possono eguagliare. Per NVIDIA, l’acquisizione di Arm rafforzerà la posizione di progettista di chip di alto livello, in grado di offrire un portafoglio tecnologico ancora più ampio per inseguire il mercato dei server e nuove opportunità di vendere IP ad altri fornitori. Ma il vero successo dipenderà probabilmente dalla capacità di NVIDIA di corteggiare il resto del settore tecnologico: la portata di Arm è grande quanto i suoi clienti, quindi spetta a NVIDIA convincere i suoi clienti che possono ancora contare sulla neutralità di Arm anche dopo il cambio di proprietà.

 

 

1 Commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Menu