Gli altoparlanti intelligenti: come soppesare i vari compromessi di progetto

Gli smart speaker si stanno diffondendo sempre di più nelle nostre case anche se l’impatto sulle nostre abitudini sembra inferiore a quanto previsto. Ma come funziona e come si progetta un altoparlante intelligente?

 

E’ innegabile che gli altoparlanti a controllo vocale, meglio noti come smart speaker o altoparlanti intelligenti, siano un prodotto di consumo in gran voga.
Secondo la società di ricerche di mercato eMarketer, 35,6 milioni di consumatori statunitensi hanno utilizzato un dispositivo a comando vocale almeno una volta al mese nel 2017, e tale numero presenta un tasso di crescita annuale composto di quasi il 50%.
Anche le previsioni future per il mercato sono ottimisti­che. Juniper Research prevede che i dispositivi intelligenti come Amazon Echo, Google Home, Apple HomePod e Sonos One saranno installati nella maggior parte delle case statunitensi entro il 2022. Inoltre, 70 milioni di famiglie avranno almeno uno di questi altoparlanti intelligenti in casa, per un numero totale di dispositivi installati superiore ai 175 milioni. Il dato è particolarmente impres­sionante per una categoria di prodotti che non esisteva prima del novembre 2014.
Dietro questi dispositivi dall’aspetto semplice, tuttavia, c’è molto di più di microfoni e altoparlanti combinati con un’interfaccia Internet. Gli smart speaker integrano molte funzioni elettroniche implementate da dozzine di sofisti­cati circuiti integrati (IC). I produttori OEM che entrano nel mercato degli altoparlanti intelligenti con un prodotto differenziato devono prendere decisioni su cosa inclu­dere in essi, come includerlo e quali compromessi siano accettabili in un dispositivo di dimensioni così ridotte ed a bassa potenza.
Che cosa fa realmente uno smart speaker e come viene utilizzato in una casa? Semplificando il più possibile, l’al­toparlante intelligente acquisisce e digitalizza il comando vocale dell’utente finale, passa i risultati ad un servizio cloud sul Web per l’interpretazione e quindi risponde agli utenti finali agendo in base al comando o rispondendo con i risultati.
Gli altoparlanti intelligenti possono anche cercare e riprodurre contenuti audio dal Web o da un dispositivo connesso tramite Bluetooth.

 

 

Molti altoparlanti intelligenti sono oggi in grado di inte­ragire con altri dispositivi in casa, come luci, serrature e impianti di climatizzazione.
Gli OEM vogliono differenziare il loro prodotto non soltan­to per il ciclo mostrato in figura, ma perché è in corso una lotta per controllare l’accesso e il flusso di informazioni all’interno di una stanza, se non addirittura in tutta la casa, fungendo da unico hub per multimedia e domotica.

 

COME REALIZZARE UNO SMART SPEAKER

 

Gli altoparlanti intelligenti richiedono una notevole quantità di circuiti per essere operativi e per funzionare come si deve. Si tratta di un complesso array con inter­connessione di sottosistemi analogici, digitali, a segnale misto e per la gestione dell’alimentazione, interfacce e altro. Sono numerose le problematiche di progettazione da affrontare, tra cui il numero e il tipo di microfoni, l’uscita audio e gli altoparlanti, la gestione dell’alimentazione, l’interfaccia utente e la connettività wireless. Per gli OEM, la prima questione da affrontare è se utilizzare un chipset di tipo «scatola nera» che includa un SoC (System-On-a-Chip) per la decodifica audio e l’elaborazione del segnale, una combinazione tra radio Wi-Fi e Bluetooth con un microcontroller (MCU) e, talvol­ta, un circuito di gestione dell’alimentazione personaliz­zato (PMIC, power-management IC). Questa soluzione «preconfezionata» non consente tuttavia una grande differenziazione del prodotto. Diamo quindi un’occhiata ad alcuni aspetti e sfide poste dalla progettazione.

MICROFONI

Quando si sceglie una tecnologia per i microfoni, i com­promessi potrebbero non apparire molto chiari.
Si tratta di scegliere tra:
• Un microfono «analogico» basato su sistemi micro­elettromeccanici (MEMS) con un preamplificatore integrato, abbinato ad un convertitore audio analogi­co/digitale (ADC) esterno da 24 bit che emette codice digitale formattato per il SoC.
• Un microfono «digitale» basato su MEMS con un ADC modulatore delta-sigma del primo ordine integrato, a bit singolo, il quale emette un flusso di bit digitale a modulazione di durata dell’impulso (PDM) che richie­de un ulteriore filtraggio per creare il codice digitale formattato.

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Un SoC oppure un processore di segnale digitale (DSP) specializzato per il riconoscimento vocale dovrebbero gestire questo filtraggio. Un DSP vocale autonomo alleggerisce notevolmente il carico di elaborazione del SoC, ma comporta anche costi ulteriori.
Un microfono digitale è più costoso della sua controparte analogica, ma il microfono analogico richiede un ADC aggiuntivo davanti al SoC. Rispetto ad un microfono analogico con un ADC separato, un microfono digitale presenta anche un rapporto segnale/rumore (SNR) e una gamma dinamica inferiori, dati sia i limiti delle dimen­sioni del trasduttore per contenere l’ADC all’interno del package del microfono, sia i limiti prestazionali dell’ADC integrato stesso. I comuni microfoni digitali presentano un SNR nell’ordine dei 65 dB e una gamma dinamica nell’ordine dei 104 dB; poiché l’ADC è integrato, non vi è alcuna possibilità di migliorare ulteriormente l’SNR o la gamma dinamica con il filtraggio e con il sovracampio­namento. Il microfono analogico, d’altro canto, combi­nato con un ADC esterno, può presentare un SNR o una gamma dinamica (entrambi sinonimi in un ADC) fino a 120 dB. Questo ADC esterno è spesso un ADC audio di precisione multi-canale a 24 bit che impiega modulatori delta-sigma di terzo o quarto grado con elevate capacità di sovracampionamento. Essi integrano inoltre filtri di decimazione digitale programmabili e complessi, PGA con controllo del guadagno automatico configurabile e DSP miniaturizzati per aggiungere filtraggio del rumore ed equalizzazione. Dato che una tipica stanza affollata o un locale con musica in riproduzione potrebbero avere facilmente livelli sonori ambientali di 60 dB, la gam­ma dinamica inferiore del microfono digitale potrebbe comportare l’incapacità di riconoscere correttamente i comandi vocali, a meno che non siano significativamente più alti rispetto all’ambiente sonoro (in pratica l’utente fi­nale dovrebbe avvicinarsi ai microfoni o lo smart speaker dovrebbe usare più microfoni).
Passare da una gamma dinamica di 104 dB a una di 120 dB presenta alcuni vantaggi sorprendenti che devono es­sere messi in prospettiva. Un miglioramento di 6 dB nella gamma dinamica può raddoppiare l’intervallo di ricono­scimento vocale. Ad un certo punto, aumentare il raggio d’azione non risulta né pratico né utile, ma si dispone così di una maggiore gamma dinamica con cui lavorare. L’aggiunta di altri 14 dB alla gamma dinamica consente di ridurre i costi diminuendo il numero di microfoni richie­sti. Oltre ad essere più costosa, l’aggiunta di microfoni di­gitali può anche risultare proibitiva aggiungendo ulteriore complessità al layout per la posa di tre tracce di segnale (dati e clock) per ciascuna coppia di microfoni verso il SoC e per via del numero di ingressi PDM disponibili sul SoC stesso. A ciò si aggiunga il fatto che ogni traccia può raccogliere e/o irradiare del rumore, aumentando le problematiche dovute alle interferenze elettromagne­tiche. Infine, le linee di clock che raggiungono ciascun microfono digitale possono introdurre ulteriori difficoltà in termini di instradamento e jitter. Gli odierni microfoni analogici dispongono di uscite differenziali che consento­no la reiezione di modo comune per l’instradamento della traccia del segnale. L’ADC fornisce inoltre un’alimentazio­ne a polarizzazione per ciascun microfono, riducendo la complessità della struttura di potenza per l’array.
La combinazione tra aumento della gamma e della sensibilità del microfono utilizzando microfoni analo­gici e gli ADC di precisione non solo diminuisce costi e complessità, ma può ridurre drasticamente i frustranti errori di riconoscimento dei comandi in svariati ambienti rumorosi. Con il diffondersi degli altoparlanti intelligenti di seconda generazione, questo tasso di errore diventerà un elemento di differenziazione sempre più importante sul mercato.

Non è necessario reinventare la ruota quando si tratta di implementare strutture a microfoni multipli e rico­noscimento vocale. Il progetto di riferimento di TI per CMB (circular microphone board) basato su PCM1864, utilizza due ADC audio a 4 canali per interfacciarsi con un array composto da un massimo di otto microfoni analogici e può estrarre comandi vocali utente chiari all’interno di ambienti rumorosi.

AMPLIFICATORI PER ALTOPARLANTI  E ALIMENTAZIONE

Nel caso degli amplificatori per altoparlanti occorre considerare dei compromessi tra la potenza in uscita (tipicamente tra 5 W e 25 W), il consumo energetico, il calore, le dimensioni, la protezione degli altoparlanti e la fedeltà del suono.
Un semplice sistema di altoparlanti con un singolo twe­eter mid-range e un woofer può produrre un buon suono, mentre più altoparlanti, combinati con le più recenti tecniche di elaborazione audio, possono offrire un’espe­rienza audio a 360 gradi.
È inoltre possibile scegliere tra l’implementazione di una calibrazione una tantum di una stanza per sintonizzare e ottimizzare le caratteristiche spettrali dell’altoparlante oppure un approccio di regolazione adattativa più com­plicato che compensi il movimento all’interno dell’area sonora. La suite di sviluppo grafico della Console Pure­Path di Ti offre una facile sintonizzazione una tantum con risultati impressionanti.
Dal lato del consumo di energia e del calore, un approccio per ridurre il continuo consumo di energia consiste nel combinare schemi di modulazione di larghezza di impul­so dell’amplificatore con alimentatori adattivi per ridurre i requisiti di potenza dell’altoparlante. Questa tecnica uti­lizza una frequenza di commutazione variabile (non fissa) per l’uscita Classe D, con il cambiamento di frequenza basato sul contenuto audio. In altre parole, maggiori con­tenuti danno luogo a maggiore commutazione, mentre meno contenuti generano minore commutazione.
Per aggiungere efficienza, è anche possibile regolare dinamicamente la tensione di alimentazione in uscita dell’amplificatore in base al contenuto. Questa tecnica è detta tracciamento dell’inviluppo. Essa traccia il contenu­to audio e aumenta la tensione (potenza di uscita) solo quando la musica necessita di un aumento di potenza, specialmente nelle parti con molti bassi (ossia con molti picchi nel contenuto del segnale).

Il progetto di riferimento per modulo di valutazione stereo dell’amplificatore audio a ingresso digitale, Classe D, IV Sense mostrato in figura non solo accetta ingressi digitali in più formati e offre audio di alta qualità, ma la sua topologia in Classe D include funzionalità aggiuntive che riducono al minimo il consumo energetico su una gamma di livelli di uscita senza diminuire la fedeltà e le prestazioni.

 

GESTIONE DELL’ALIMENTAZIONE

Come nella maggior parte dei sistemi elettronici, la gestione dell’alimentazione svolge un ruolo significativo nella progettazione del sistema. L’obiettivo finale è fornire energia in modo efficiente per dissipare meno calore, ren­dendo possibile la realizzazione di un sistema più piccolo ed economico e, nel caso di sistemi portatili, prolungando la durata della batteria. A volte i chipset SoC e Wi-Fi sono in bundle con un PMIC dedicato, ma si potrebbe ancora preferire il layout a scheda aggiuntiva e la flessibilità dei fornitori di un’implementazione discreta utilizzando singoli convertitori CC/CC, regolatori a basso dropout e supervisori di tensione per modificare funzioni come il sequenziamento, modificare il layout della scheda e ridur­re il rumore e/o il costo. Inoltre potrebbe essere desidera­bile ottimizzare il progetto in aggiunta a quanto offre una soluzione integrata e fissa, ad esempio per il funziona­mento con una corrente di riposo inferiore o utilizzando una frequenza di commutazione più elevata (ad esempio da 1,4 MHz a 4 MHz) per ottenere un ingombro minore, data la necessità di induttori più piccoli. In alternativa, si potrebbe utilizzare la tecnica del salto impulsivo (pulse-skipping) o la modalità eco per risparmiare energia in presenza di carichi leggeri, rimanendo allo stesso tempo al di fuori della banda audio senza commutare al di sotto dei 20 kHz (il che potrebbe causare rumori udibili). Inoltre, si potrebbe anche desiderare la flessibilità in termini di tensione di ingresso del sistema. Questi amplificatori richiedono un’alimentazione da 12 V a 24 V fornita da un alimentatore interno o da un alimentatore esterno.
Un alimentatore CA/CC interno può fornire l’alimentazio­ne principale, ma è più diffuso l’alimentatore da parete CA/CC esterno con uscite a 12 o 5 V, a seconda della potenza richiesta dall’altoparlante. Questa alimentazione principale può essere fornita attraverso un connettore Micro USB per altoparlanti a bassa potenza o con il più recente USB Type-C semplificato per altoparlanti a mag­giore potenza, in sostituzione del tradizionale e volumi­noso adattatore CA/CC a parete e del jack. Poiché questi alimentatori possono avere livelli di potenza diversi, l’im­plementazione dell’USB Type-C richiederebbe un certo grado di handshake tra l’altoparlante e l’adattatore o l’uso di interruttori di limitazione della corrente USB di ingresso oppure caricabatterie con protezione da sovracorrente e sovratensione integrata.
Per gli altoparlanti portatili, una tecnica detta gestione del percorso elettrico consente ad un alimentatore CA/CC esterno di caricare la batteria mentre si alimenta l’alto­parlante «in diretta» attraverso un regolatore integrato. Se è necessaria una maggiore linea di tensione di alimen­tazione dell’amplificatore dell’altoparlante (ad esempio a 12 V o 18 V), un’alternativa consiste nell’utilizzare una batteria a due celle a 8 V, aumentando quindi la tensione dell’amplificatore dell’altoparlante secondo necessità. Il caricabatterie dovrà aumentare la tensione in ingresso della batteria (se l’uscita dell’alimentatore è a 5 V) e sarà necessario un convertitore boost aggiuntivo per la linea di tensione dell’amplificatore dell’altoparlante al fine di ottenere tensioni più elevate durante le condizioni di pic­co dell’alimentazione. Inoltre, il sistema dell’altoparlante intelligente portatile deve presentare una bassa potenza in standby ed efficienti convertitori step-down per offrire un’autonomia maggiore tra i cicli di ricarica quando le batterie sono l’unica fonte di alimentazione.

Poiché gli altoparlanti sono l’utenza che consuma più potenza, un alimentatore che sia strettamente integrato con le esigenze dei suoi amplificatori si traduce in un progetto efficiente dal punto di vista dell’alimentazione e dei costi. Il progetto di riferimento dell’alimentatore per il tracciamento dell’inviluppo per gli amplificatori di potenza audio mostrato in figura è un buon esempio di tale soluzione: è alimentato da una linea di tensione in ingresso da 5,4 V a 8,4 V e fornisce 2 × 20 W in un carico di 8 ? (utilizzando una linea di tensione da 7,2 V). Inoltre mantiene un’elevata efficienza nella gamma della tensione di uscita modificando la tensione di uscita in base all’inviluppo picco-picco del segnale audio. In questo modo adegua dinamicamente l’alimentazione dell’amplificatore di potenza in base al contenuto audio, ottimizzandone il consumo energetico.

INTERFACCIA UTENTE

È necessario decidere quale tipo di interfaccia utente offrire in base all’esperienza dell’utente finale desiderata, poiché l’interfaccia uomo-macchina è un fattore impor­tante nella differenziazione sul mercato di un altoparlante intelligente. L’interfaccia può variare da semplici pulsanti a basso costo e LED a indicatore singolo, a una serie di LED rotanti, ad un piccolo display LCD, fino ad un display LCD con input tattili e feedback aptico.
I LED sono utilizzati come minimo per indicare lo stato operativo e, più recentemente, per migliorare l’esperienza dell’utente finale generando colori in movimento in varie modalità.
Sebbene i sistemi più semplici possano utilizzare LED monocolore, la maggior parte utilizza LED rosso-verde-blu (RGB). Se si opta per una soluzione multicolore, sarà necessario decidere quanti LED RGB includere e se il controllo sarà affidato al processore del sistema, alla MCU o ad un driver multi-LED più recente con motori LED integrati: ciascuna scelta comporta compromessi in termini di costi, energia e carico di sistema. L’utilizzo di un motore integrato per i pattern LED consente di sgravare il processore, in quanto gestisce la generazione dei pattern e aziona una serie di LED RGB anche quando il processore o la MCU passano alla modalità inattiva a bassa potenza.

Come mostrato, il progetto di riferimento per vari pattern di illuminazione LED ad anello illustra come progettare un sottosistema di pattern LED RGB ad anello multicolore utilizzando nuovi driver LED RGB multicanale con un motore LED integrato. L’uso di un circuito integra­to per sensore di luce ambientale controlla automatica­mente la luminosità dei LED.
I corrispondenti pulsanti sul pannello possono essere poco costosi, ma sono soggetti a guasti meccanici e limitati a una singola funzione e richiedono agli utenti finali di «premere e tenere premuto» per effettuare un’a­zione (su, giù, scorrere), un’operazione ormai obsoleta e contro-intuitiva nel mondo degli smartphone. Al contrario, una superficie capacitiva sensibile al tocco consente una maggiore interazione e migliora l’interfaccia utente. Non è richiesta alcuna forza fisica e la stessa superficie è in grado di rilevare la vicinanza dell’utente finale attivando quindi la retroilluminazione per un utilizzo più semplice al buio. Una superficie sensibile al tocco può implementare un’interfaccia più familiare supportando lo «swipe» o lo «spin» al posto di una semplice pressione e questa offer­ta può favorire la differenziazione di uno smart speaker. Un controller capacitivo touch progettato correttamente funziona su svariate superfici (plastica, vetro o metallo) e può essere progettato per essere allineato a filo con la superficie della cassa dell’altoparlante.

Il progetto di riferimento dell’interfaccia gestuale touch capacitiva per altoparlanti mostrato offre un sistema di valutazione facile da usare per un’inter­faccia touch capacitiva a gesti multipli per altoparlanti intelligenti che utilizza la MCU touch capacitiva di TI. Il progetto supporta i gesti di tocco, swipe, scorrimento e rotazione.

CONNETTIVITÀ WIRELESS

Infine c’è la questione di uscire dagli schemi, o meglio, dalle pareti della stanza. Senza una connessione Internet, un altoparlante intelligente non può funzionare come pre­visto. A tal fine occorre prendere decisioni di progettazio­ne riguardo al modo migliore di connettersi, dati i requisiti di velocità e i limiti di potenza.
La forma più comune di altoparlante intelligente si connette a Internet direttamente tramite Wi-Fi. In questo caso, la larghezza di banda di IEEE 802.11n è più che sufficiente e consente anche una connessione a maglie (mesh) degli altoparlanti in wireless tra più stanze. Tutta­via, gli amplificatori Wi?Fi hanno un notevole consumo di energia e possono limitare l’autonomia degli altoparlanti intelligenti alimentati a batteria. Per questo motivo, gli altoparlanti con supporto Wi-Fi sono spesso collegati direttamente alle prese elettriche a parete o dispongono di alimentatori AC per funzionare in continuo.
Gli utenti finali che desiderano utilizzare più unità smart speaker (per una migliore copertura della stanza o audio in qualità stereo) avranno bisogno del supporto IEEE 802.11n/s per implementare una rete mesh. In una rete mesh, qualsiasi altoparlante può diventare il master (con­nesso al cloud) mentre gli altri fungono da slave. Se un altoparlante che agisce da master viene spento o perde la connessione alla rete, la mesh assegna automatica­mente il ruolo di master ad un altro altoparlante. La pro­blematica principale in una rete mesh a più altoparlanti è la sincronizzazione. I controller Wi-Fi in una rete mesh devono disporre di schemi di sincronizzazione affidabili per evitare una notevole frustrazione dell’utente.
Gli altoparlanti portatili alimentati a batteria possono delegare la connettività cloud Wi-Fi ai dispositivi mo­bili vicini. Per la connettività ai dispositivi mobili, per la connessione cloud indiretta e/o per ascoltare i contenuti memorizzati su un dispositivo mobile, è necessario Bluetooth Classic (o Bluetooth Basic Rate) per la con­nessione continua per lo streaming del contenuto audio, a causa dei limiti di larghezza di banda e degli schemi di alimentazione di Bluetooth Low Energy. Se usato insieme a Bluetooth Classic, Bluetooth Low Energy può gestire la comunicazione tra i dispositivi.
La domotica è un’altra funzione che attualmente esiste in molte case come entità separata: un hub autonomo connesso ad Internet tramite Wi-Fi ed a luci e termostati specializzati tramite una rete mesh wireless predispo­sta per la domotica implementata da standard come ZigbeeR, Thread, Z-wave ecc. Gli altoparlanti intelligenti possono legittimamente rivendicare la loro partecipa­zione alla domotica via Internet a condizione che venga implementato anche questo hub aggiuntivo indipendente.
Tuttavia, per evitare che gli utenti finali debbano acqui­stare questo hub wireless aggiuntivo, gli altoparlanti intelligenti stessi possono fungere da hub domotico aggiungendo semplicemente una MCU wireless a banda multipla con un amplificatore di potenza RF integrato. La MCU wireless gestisce l’elaborazione dello stack dei protocolli e controlla la radio, evitando la necessità di sovraccaricare il processore di rete SoC o Wi-Fi esistente e permettendo la comunicazione con uno dei noti proto­colli di domotica a lungo raggio, sia nella banda a 2,4 GHz che nella banda Sub-1 GHz. Poiché anche Wi-Fi e Blueto­oth utilizzano la banda a 2,4 GHz, è necessario garantirne la coesistenza attraverso una combinazione di hardware e software integrati nella MCU wireless integrata.

UNO SGUARDO AL FUTURO

Gli altoparlanti intelligenti del futuro non saranno sempli­cemente unità autonome e solo audio. Poiché i televisori a schermo piatto diventano sempre più sottili, i loro alto­parlanti devono essere più piccoli e influiscono negativa­mente sul suono della TV. Di conseguenza, le soundbar (che migliorano il suono dei televisori a schermo piatto) stanno diventando sempre più popolari. Aggiungere il riconoscimento vocale è il prossimo passaggio ovvio dell’evoluzione della soundbar.
Per completare il quadro, le soundbar intelligenti incor­porano un set-top box per lo streaming video wireless con un solo cavo HDMI collegato al televisore, che quindi funge da monitor di visualizzazione di grandi dimensioni. Poiché i televisori a schermo piatto stanno diventando sempre più sottili, anche i circuiti di controllo TV e l’ali­mentatore possono essere implementati in soundbar in­telligenti. Pertanto, l’altoparlante intelligente e la soundbar intelligente saranno in competizione per fungere da hub per l’intero sistema di intrattenimento domestico. Con l’aggiunta della connettività per la domotica questi dispo­sitivi saranno anche in concorrenza per diventare l’hub di automazione nelle case intelligenti.
Un’altra caratteristica aggiunta è il display degli alto­parlanti. Aggiungere un display ad uno smart speaker è un’espansione naturale della sua funzionalità. I display si stanno diffondendo anche sui cruscotti delle automo­bili e i consumatori richiedono questa esperienza visiva aggiuntiva anche da un dispositivo di informazione o di intrattenimento domestico. Inoltre, il modo in cui il con­tenuto viene richiesto e visualizzato differisce da quanto avviene con un’esperienza più personale, ad esempio su smartphone o tablet. Poiché i comandi vocali sono la modalità principale di richiesta di contenuti e comandi, saranno necessarie applicazioni di ricerca e controllo semplificate per ottenere facilmente risultati rapidi e accurati. Inoltre, le immagini visualizzate possono essere semplificate, con un bisogno minimo di interazione tattile, fornendo al tempo stesso un’immagine sufficientemente grande e adatta per la visione a distanza.
Ciò consentirà ai consumatori di ottenere un’interazio­ne più piacevole con l’altoparlante intelligente e offrirà contenuti visivi nitidi.
Con questa ulteriore funzionalità di visualizzazione, gli altoparlanti intelligenti possono quindi lasciare il sog­giorno alla soundbar intelligente e concentrarsi sulle aree esterne al soggiorno. Gli altoparlanti intelligenti possono offrire schermi personali più piccoli, che vanno dagli schermi LCD integrati fino ai proiettori ad alta definizione ultra-short-throw con tecnologie DLPR di TI per creare grandi schermi su qualsiasi superficie. I dispositivi intel­ligenti situati in prossimità di aree molto esposte, come la cucina o la sala per tutta la famiglia dovranno essere esteticamente gradevoli e non invadenti. L’aggiunta di un display a schermo piatto delle dimensioni di un tablet o maggiori, in genere, potrebbe non soddisfare sempre questi criteri. La tecnologia degli schermi a proiezione offre agli utenti finali una maggiore interazione quando si chiedono informazioni allo smart speaker (meteo, ricette, traffico) e danno un volto ad una voce anonima. In questo modo, il ruolo e l’importanza dell’altoparlante in­telligente in casa continua a trasformarsi e crescere, por­tando con sé opportunità per i progettisti che possono dare vita a nuove tendenze e differenziare i loro progetti.
Al seguente link sono disponibili ulteriori soluzioni e le risorse di progettazione per altoparlanti intelligenti di Texas Instruments.

 

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