Tanto futuro e un pizzico di passato all’inaugurazione delle Officine Arduino

 

Ѐ stata una serata sicuramente molto eccitante quella che abbiamo trascorso ieri sera a Torino in occasione dell’inaugurazione delle Officine Arduino, sia perché siamo stati testimoni dell’inizio di un esperimento unico in Italia, sia perché abbiamo avuto con Massimo Banzi una lunghissima chiacchierata durante la quale abbiamo parlato di tantissime cose, dal significato di questo progetto, ai nuovi prodotti che saranno disponibili nei prossimi mesi, alle molte altre iniziative legate ad Arduino in Italia e nel mondo.
Ma anche della sua storia personale e delle sue esperienze passate, della sua visone del mondo e della vita, e di come – anche noi – abbiamo avuto un piccolissimo ruolo nella formazione di una persona che sta cambiando il mondo.

Siamo partiti ieri pomeriggio in quattro da Milano: due “makers d’annata” – chi scrive e Simone Majocchi – nonché due maker della nuova generazione: Boris, al quale non sfugge neppure la più insignificante riga di codice, e Gabriele, il nostro mago della CNC e della meccanica, capace di realizzare una vettura fotovoltaica partendo da una vite e da un bullone; un viaggio, interessante di per sé – come tutti i viaggi – ma che si prospettava ricco di emozioni sin dall’inizio.

E ad emozionarci non è stato solamente il fascino di questa iniziativa, unica nel suo genere in Italia, ma soprattutto Massimo Banzi, con la sua semplicità e la sua visione del mondo.
La stessa emozione che ho provato l’anno scorsa insieme alla platea di ingegneri che ha ascoltato la sua keynote all’annuale NIDays a Milano: cinquecento ingegneri – notoriamente non facili all’entusiasmo – che hanno applaudito  per dieci minuti il discorso di Banzi. Tanto entusiasmo non si era mai visto, neppure quando erano intervenuti i guru di National Instruments Jeff Kodosky e James Truschard.

Ma l’emozione più grande deve averla provata il nostro Simone, che non conosceva personalmente Banzi, e che quando gli è stato presentato si è sentito dire: “Simone… sì, Simone Majocchi, mi ricordo perfettamente i tuoi articoli ed i tuoi progetti che leggevo da ragazzino su Elettronica2000. Io l’elettronica l’ho imparata leggendo proprio Elettronica2000 e le altre riviste di elettronica; sono state la mia fonte d’ispirazione, non certo l’ITIS che frequentavo allora e, poi, la Facoltà di Ingegneria”.
Simone, da poco tornato a collaborare con noi, tra le altre cose è l’autore del libro “Primi passi con Arduino”,  da tutti riconosciuto come il migliore libro in italiano scritto per quanti si vogliono avvicinare al mondo di Arduino, e che presto sarà seguito da un secondo volume dedicato ai più esperti.

Ed ecco il video con l’intervista che proprio Simone Majocchi ha fatto a Massimo Banzi sul significato dell’iniziativa “Officine Aurdino”. Purtroppo l’audio non è dei migliori, c’era tantissima gente e l’acustica era quella di una vera e propria officina.

[youtube GvxPUkZ89BU]

Torneremo su questo incontro con un altro post, anche perché c’è veramente molta carne al fuoco: da qui al primo maggio verranno presentati tanti nuovi prodotti, incominciando da un nuovo shield che verrà lanciato tra pochi giorni al GSMA Mobile World Congress di Barcellona. Provate a indovinate che tipo di shield sarà e in collaborazione con chi verrà realizzato…

Tornando al passato, questa mattina ho recuperato un po’ di copertine di Elettronica2000 che vorrei condividere con i lettori più giovani e che dimostrano come anche allora si cercava di proporre progetti innovativi e applicazioni che nulla hanno da invidiare a quelle dei geek d’oggi.
Chissà quanto di questo spirito ha contribuito alla nascita del progetto Arduino…

Ecco un’applicazione con lo ZX Spectrum:

Di laser ci siamo occupati più volte:

Anche di sintetizzatori:

Nei numeri estivi non poteva mancare la bella figliola in copertina:

Ed ecco un Simone appena diciottenne alle prese con una telecamera:

E infine, secondo me, la più bella copertina di sempre in occasione della presentazione in anteprima dello ZX Spectrum:

Sempre per i più giovani ricordo che Elettronica2000 nacque per iniziativa di Mario Magrone che raccolse attorno a sé un gruppo di giovani scapestrati tra i quali il sottoscritto, Syra Rocchi, Simone Majocchi, i fratelli Tagliabue e tanti altri.
Un gruppo di makers d’annata ormai con i capelli bianchi, ma con la testa e col cuore sempre giovane, e sempre pronti ad emozionarsi davanti a ciò che gli uomini con la loro intelligenza e la loro immaginazione sanno creare.

16 Commenti

  1. Wow bellissimo articolo complimenti, questi sono uomini che ti fanno esser orgogliosi d'esser italiano, creativi con spirito d'iniziativa e cuore. Massimo Banzi è un grande uomo. Ciao Continuate così, vi leggo sempre.
  2. Guardando le copertine di Elettronica 2000 mi sono praticamente commosso! fanno parte della mia collezione di riviste stipate gelosamente nel magazino. Che tempi!!! ragazzi dai capelli brizzolati ;)
    • Effettivamente la cosa è stata un po' estemporanea; in ogni caso, tra un paio di giorni pubblicheremo nuovamente il video con i sottotitoli!
  3. Arduino è l'invenzione dell'acqua calda, deve la propria popolarità al supporto di marketing efficiente, per il resto è un sistema che ha avuto solo fortuna, di innovativo non ha niente che altri non abbiano. E' una buona piattaforma per la didattica e l'hobbista, con tutte le limitazioni caratteristiche dei sistemi modulari preconfezionati. Se hai voglia di giochicchiare con il LEGO è un buon inizio. Se sai il fatto tuo in questo settore non ti serve certamente Arduino.
  4. Complimenti! Intervistare Banzi non è affatto cosa semplice :) Peccato per il rumore di sottofondo, anche se comunque si riesce a comprendere tutto. Affascinante lo spirito collaborativo "che si respira", peccato che in alcuni casi sia difficile da attuare. Sarebbe molto bello (ed utile per il Paese) che queste iniziative fossero meglio supportate (sia a livello di finanziamenti pubblici che di diffusione nei media). @Daniele Non hai certo torto, ma il discorso è molto pià ampio. Arduino è una nuova filosofia, come ad esempio quella che ha portato a realizzare eventi del genere dedicati anche alla diffusione di 'nuove' forme di economia basate... (anche) sul baratto. (Prima o poi tornetremo al baratto: quante volte l'ho sentito dire!) E' qualcosa che va ben oltre un microcontrollore con quattro componenti intorno.
    • Grazie Emanuele, è stata una serata davvero speciale con Massimo che si è veramente "aperto" un po' su tutto. Stiamo mettendo i sottotitoli al video in modo che sia più facilmente comprensivo e tra qualche giorno - senza ovviamente parlare delle anticipazioni di prodotto - pubblicheremo un altro post su questa serata. Ci vediamo a NIDays il 29?
    • La filosofia di una scheda a microcontrollore è intimamente legata alla funzione che essa dovrà svolgere per cui, non avendo una funzione specifica ma disponendo della possibilità di adattarsi all'esigenza, Arduino getta un ponte tra l'hobbista e il target che esso si prefigge. Se si vuole raggiungere l'altra parte del fiume con un ponte prefabbricato è una scelta che io rispetto, ma il ponte non lo hai costruito tu, non è frutto delle tue conoscenze è solo un modo veloce per permettere a chi non sa progettare un ponte di poterne comunque disporre, più che un discorso di filosofia lo vedo un poco come un mezzo facile per autoconvincersi di essere capaci di fare qualcosa. Progettare una architettura da zero anche se al limite con quattro componenti, sposa ambizione e competenza, progettare con i mattoncini non è proprio la stessa cosa... Saluti a tutti
  5. Ho ricevuto l'invito dalla NI ma purtroppo non credo di riuscire ad esserci quest'anno. L'ho comunque segnato in agenda e se riesco a liberarmi ci farò senz'altro un salto. E' sempre un piacere 'fare due chiacchere' con Voi e con Matteo B.
  6. Ciao Antonio, è un piacere ritrovarsi. @Daniele Io vedo la cosa sotto un altro punto di vista: pensa ad un Architetto che grazie ad Arduino può inserire delle lucine (forse i led li chiamerà cosi) nella sua creazione.... vuoi forse negare che ha costruito lui la sua opera? Questa diffusione dell'elettronica da un lato la vedo grandiosa(!) da un altro, tempo fa, ho espresso preoccupazione in questo articolo: http://it.emcelettronica.com/arduino-ha-vinto-cerchiamo-di-non-perdere-noi-ora In fondo è l'uso che poi se ne fa, quello che conta. Non credo che un professionista possa sviluppare un progetto complesso su una piattaforma senza possibilità di debug, ma ad esempio, potrebbe utilizzare l'hardware di Arduino (che a questo punto prenderebbe il nome del micro utilizzato) per prototipare rapidamente utilizzando il Jtag Atmel.
  7. Ciao Emanuele, anche per me è un piacere :) pure Sergio si era espresso così qualche tempo fa (http://sdrv.ms/z0uwlA) ! Siete proprio allineati :)

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