Emergenze ambientali: anche le ristrettezze alimentari entrano a far parte dei rischi percepiti dalla popolazione

In un sondaggio condotto da ONO Exponential Farming, quasi tutti gli intervistati (95%) concordano sul fatto che ci troviamo di fronte a una crisi climatica senza precedenti e sulla necessità di intervenire

Le emergenze ambientali maggiormente citate comprendono il riscaldamento globale (94%), la plastica nei mari (73%) e l’inquinamento (74%)

Il 26% degli interpellati individua tra le massime urgenze la difficoltà
nell’approvvigionamento del cibo. La riduzione degli sprechi alimentari e il consumo consapevole costituiscono la pratica correttiva maggiormente diffusa (32%)

Il nostro pianeta si trova in piena emergenza ambientale. Il countdown al surriscaldamento globale annunciato dai quattro Climate Clock presenti nel mondo procede inesorabile e, purtroppo, non è il solo fenomeno critico di origine umana ad impattare sulla nostra Terra.

Ma cosa ci spaventa di più dell’emergenza ambientale in atto? Pensiamo di poter fare in qualche modo la differenza? E se sì, quali aspetti teniamo maggiormente in conto? In questo scenario ONO Exponential Farming, start-up innovativa attiva nel settore dell’agritech, ha realizzato una survey per indagare la percezione del rischio ambientale nella popolazione italiana, esplorandone la consapevolezza, i pericoli top of mind e il desiderio di reagire per contribuire a un mondo più sano.

La certezza di avere un pianeta da salvare

La buona notizia messa immediatamente in evidenza dal sondaggio online è che solo il 5% ritiene che il nostro destino sia ormai segnato: il 48% è consapevole di trovarsi di fronte a una vera e propria emergenza planetaria di fronte alla quale non bisogna perdere tempo, mentre un altro 47% pensa ancora che, se agiamo tutti insieme, possiamo fare la differenza.

Ma quali sono i pericoli maggiori?

Minaccia numero 1: il riscaldamento globale

Tra i rischi maggiormente percepiti primeggia il riscaldamento globale, segnalato dal 95% degli intervistati e seguito in seconda posizione dalla presenza della plastica nei mari (76%) e dall’inquinamento (72%). Una classifica abbastanza prevedibile, specie in considerazione dell’ampia copertura mediatica riservata a questi temi e dal loro riverbero social (il 48% dei rispondenti ricorda di aver assistito a iniziative sulla plastica nei mari navigando sui social). I gradini più bassi riservano però delle sorprese: il 26%, infatti, annovera tra le emergenze ambientali più urgenti la difficoltà nell’approvvigionamento di cibo, insieme a desertificazione e disponibilità di acqua potabile.

Le ristrettezze alimentari: una paura non così remota

Uno degli aspetti maggiormente insidiosi del cambiamento climatico è il suo legame con la fame, che oggi affligge 821 milioni di persone (dati WFP) e, secondo l’organizzazione umanitaria internazionale Azione contro la Fame, ben 27 dei 35 Paesi altamente minacciati dal cambiamento climatico soffrono di insicurezza alimentare estrema. Il report Climate Change – A Hunger Crisis In The Making individua inoltre tra le potenziali conseguenze dirette dell’attuale crisi una diminuzione dei rendimenti globali delle colture pari al 50%.

L’attenzione al settore alimentare è dunque ai massimi storici, e non a caso in questa direzione vanno le maggioranza delle azioni correttive e sostenibili dichiarate dagli intervistati: il 32% riduce gli sprechi di cibo e acqua e ha adottato un consumo consapevole; e il 26% predilige alimenti coltivati o allevati in modo sostenibile; ma se questi sono piccoli, importanti passi che tutti dovremmo intraprendere, devono essere anche necessariamente affiancati da un’evoluzione negli approcci e nella tecnologia, che ci consenta di rendere i nostri sistemi alimentari più equi, resilienti e sostenibili nel lungo periodo.

La rivoluzione dell’Exponential Farming

In un contesto dominato dalla sempre più necessaria garanzia di approvvigionamento alimentare anche in periodi di emergenza o in aree che per effetto dei cambiamenti climatici diventano inadatte alla coltivazione, l’importanza di soluzioni che riducano consumi di energia, risorse e manodopera è centrale; e proprio su questa intuizione si fonda Ono Exponential Farming, start up innovativa attiva nel settore agritech e ideatrice della prima piattaforma di agricoltura verticale modulare completamente automatizzata, capace di rientrare in qualsiasi location e dare luogo a una coltivazione idroponica indoor efficiente, con un notevole risparmio di acqua e priva di pesticidi e prodotti chimici.

“Per garantire il nostro futuro dobbiamo avviare una rivoluzione totale e cambiare le regole del gioco. È così che abbiamo concepito ONO Exponential Farming. Ed è così che la stiamo portando avanti”, dichiara Thomas Ambrosi, founder di ONO Exponential Farming. “Nelle nostre farm la crescita delle piante è costante, indipendentemente dalle stagioni esterne, rispettando il naturale ciclo di vita della pianta e con condizioni ambientali sempre ottimali. La farm revolution avviene indoor e il futuro è verticale”.

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